I membri della commissione della III edizione del Premio Nazionale del Paesaggio

Foto di Rocco Tramutola

Arch. Rocco Rosario Tramutola

Dirigente del Servizio V della DG ABAP (MiC) 

“Anche in questa edizione del Premio, tutte le esperienze proposte, per quanto diverse, ci hanno fornito l’opportunità di indagare un mosaico di realtà sociali comprendendo come il “paesaggio”, nella sua complessità, riesca a rappresentare, oltre che un’importante percorso esplorativo nella dimensione fisica e “materiale” del territorio, una ricerca soggettiva e “immateriale” nel processo di ricostruzione dei legami territoriali e del senso di appartenenza al luogo. Gran parte delle esperienze, grazie ad un ampio coinvolgimento della cittadinanza, sono riuscite ad incidere permanentemente sulle relazioni civiche e sociali, dimostrando come il “paesaggio”, oltre a rappresentare un valido strumento di inclusione sociale, possa costituire anche una grande esercizio di democrazia.”

Foto di Giorgio Andrian

Dott. Giorgio Andrian

Geografo

“Per un geografo come me il paesaggio rappresenta ciò che è visibile di un territorio; le reti degli attori di rilevanza locale sono invece quello che non si vede ma che poi determina le forme in cui l’azione umana si manifesta. Con questo approccio ho contributo alla selezione delle proposte pervenute quest’anno al MiBACT per il Concorso per il Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. Il rapporto tra le comunità e le modalità con cui decidono di occupare i loro spazi di azione rimane la chiave di volta per valutare la qualità degli interventi paesaggistici. L’ampiezza geografica e tipologica delle proposte che abbiamo valutato ci ha permesso di spaziare attraverso molte delle realtà italiane più significative dal punto di vista della progettualità paesaggistica e ci ha fornito uno straordinario spaccato di come il concetto di paesaggio sia multidimensionale e interdisciplinare. Una bellissima avventura!”

foto di antonio angelillo

Arch. Antonio Angelillo

Esperto

“Diversi sono i modi con cui intendere l’organizzazione di questa edizione del premio. Da un lato è la modalità più aperta e trasparente per poter selezionare il progetto da presentare come candidato alla commissione giudicatrice di Strasburgo. In secondo luogo è una forma utile alla divulgazione dei principi della convezione europea presso le amministrazioni italiane. Per gli organizzatori invece è un modo per monitorare ed analizzare anno per anno il comportamento dei soggetti che operano e trasformano il territorio. Personalmente, in quanto parte della commissione, è stato il modo migliore per dialogare sui principi progettuali e comprendere sul campo l’emergere di temi di architettura del paesaggio.”

Arch. Roberto Banchini

Esperto

“Come già in altre edizioni del Premio, il numero e la qualità dei progetti pervenuti, pur variegati per tipologia e scala di intervento, svelano un’Italia attenta e sensibile, talora appassionata,  nella promozione della qualità del Paesaggio. In tal senso la selezione per il Premio ben continua a svolgere la funzione di individuare le “buone pratiche” in atto nel Paese e di stimolarne l’applicazione più larga possibile; e, soprattutto, continua ad evidenziare plasticamente come il Paesaggio, se ben gestito, costituisca una risorsa favorevole all’attività economica in un’ottica di sviluppo sostenibile, oltre che elemento determinante per la qualità della vita di tutti noi.”

Prof Giuseppe Barbera

già Docente dell’Università degli Studi di Palermo

“Un centinaio di candidature che dimostrano la diversità dei paesaggi italiani disegnati nella storia dai caratteri del territorio, dalle intenzioni e dai desideri degli abitanti. Nell’ indicare il vincitore è venuta in mente la classica definizione di Emilio Sereni (nella Storia del Paesaggio Agrario Italiano) quando usa, per qualificare il lavoro umano, due avverbi: coscientemente, sistematicamente e, con essi, l’attenzione alla complessità dello specifico paesaggio e al rapporto tra la natura e l’uomo nel tempo.”

foto della prof.ssa Anna Lambertini

Prof.ssa Anna Lambertini

Università degli Studi di Firenze

“Grazie alla Convenzione Europea del Paesaggio, oggi possiamo ricorrere a una nozione condivisa di Paesaggio improntata a una visione olistica e progettuale, e fondata sulla percezione sociale che le comunità hanno dei loro luoghi di vita. Questa edizione del Premio, attraverso la gamma eterogenea di buone pratiche raccolte, conferma quanto suggerito dalla CEP: la qualità dei paesaggi richiede una responsabile combinazione di tutela, gestione e innovazione.”

foto della Prof.ssa Lionella Scazzosi

Prof.ssa Lionella Scazzosi

Politecnico di Milano 

“Una buona gestione dei paesaggi è sempre più: prevenire, mantenere, gestire nel quotidiano trasformazioni appropriate di tutti i paesaggi, a tutte le scale; è partecipazione attiva e fare rete tra gli attori; è disponibilità delle amministrazioni ad innovare e, anche, a meglio comunicare; è aggiornamento continuo dei tecnici. E richiede – in questo momento storico-  collaborazione intersettoriale e interistituzionale, verticale e orizzontale, tra Cultura, Ambiente, Agricoltura, Economia, Società, per paesaggi sostenibili, nostra risorsa storica e futuro”. Questa edizione del Premio lo testimonia.

foto dell Prof.ssa Angioletta Voghera

Prof.ssa Angioletta Voghera

Politecnico di Torino

I progetti selezionati affrontano la questione del paesaggio in tutta la sua complessità, implicando non solo una critica radicale ai modelli di sviluppo, ma anche consacrando paradigmi interpretativi e d’azione, che la pianificazione paesaggistica in Italia oggi cerca di cogliere e che richiedono anche di imprimere un cambiamento radicale nelle politiche di gestione. Altro aspetto che le esperienze sperimentano è il pieno riconoscimento del significato complesso del paesaggio, con particolare attenzione alla percezione delle popolazioni, che si caratterizza per la responsabilizzazione attiva dei “soggetti interessati” o “coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche” e nella cura del proprio territorio (riprendendo efficacemente temi rilevanti posti anche nella Convenzione di Faro).